Quando è il clima a far ammalare

Nelle valli alpine le ondate di calore, l’inquinamento atmosferico e altri fenomeni meteorologici estremi possono essere ancor più violenti e prolungati che in pianura. Il medico ambientale Heinz Fuchsig, che vive a Innsbruck, in Austria, spiega perché questo accade e cosa possono fare le persone e le comunità per contrastare questi fenomeni.

Insieme a Vienna, Innsbruck è probabilmente la città austriaca più soggetta al caldo: nell’estate del 2023 le temperature hanno superato i 30°C per 35 giorni. Il record di Innsbruck è di 44 giorni di caldo nel 2003. A giugno la temperatura media è salita di 4°C rispetto agli anni Settanta. La mancanza di neve sulle montagne circostanti e il maggiore contenuto di umidità nell’aria riducono il raffreddamento notturno, un tempo normale. I temporali con precipitazioni serali sono sempre più rari e le strade e le altre superfici riscaldate non si raffreddano più. La siccità comporta anche un aumento del rischio di incendi boschivi. Complessivamente, la regione alpina si sta riscaldando più velocemente rispetto alla pianura: nelle località a valle un’alta pressione stagnante in estate può provocare temperature di oltre 40°C che mettono a rischio la vita. 

Il calore riguarda tutti 
Ben una persona su cinque in Europa è considerata vulnerabile al caldo perché ha più di 75 anni, ha il diabete o una patologia renale. Nelle giornate secche le temperature possono avere delle escursioni fino a 20°C. Il massiccio aumento del flusso sanguigno cutaneo dovuto al caldo nelle notti tropicali (notti in cui la temperatura non scende sotto i 20°C) mette a dura prova il cuore, soprattutto nelle persone anziane o malate, ma anche nelle donne incinte e nei bambini. Le aziende si lamentano dei dipendenti che non dormono bene e il cui rendimento diminuisce nei luoghi di lavoro non rinfrescati. Lo sport e l’esercizio fisico intenso sotto il caldo e il sole cocente o la disidratazione e i comportamenti scorretti (in particolare in caso di demenza, assunzione di certi farmaci) possono causare un colpo di calore. In questi casi la temperatura corporea sale oltre i 40°C, con conseguente disorientamento, convulsioni e coma o addirittura morte per sindrome da disfunzione multiorgano. 

Come reagiscono i comuni? 
La città di Bolzano, in Italia, ha già allestito punti di refrigerazione con alberi di latifoglie ombreggianti, fontane, vasche d’acqua, servizi igienici, catering e sedie a sdraio. Graz, in Austria, ha due grandi «zone di raffreddamento », il «Dom im Berg» e una pista di pattinaggio, dove le persone che hanno case surriscaldate possono rilassarsi. In generale, le città dovrebbero creare superfici chiare per evitare che si sviluppi il calore. Occorre inoltre ridurre i «carichi interni» causati dal calore di migliaia di condizionatori e motori a combustione. Servono invece più piste ciclabili e pedonali, trasporti pubblici e veicoli elettrici. Le facciate verdi e le strade con alberi e spazi verdi forniscono ombra, raffreddamento per evaporazione e incoraggiano l’attività fisica e l’interazione sociale. Tuttavia, il raffreddamento per evaporazione significa anche più umidità: noi percepiamo 29°C con il 65% di umidità relativa come equivalenti a 32°C con il 40% di umidità, quindi il solo verde spesso non è sufficiente. Il necessario raffreddamento degli edifici mediante pompe di calore consente di convertire il calore in acqua calda o in energia geotermica.

Il pericolo degli eventi meteorologici estremi
Oltre al caldo, anche altri eventi meteorologici estremi mettono a rischio la nostra salute. A causa della maggiore umidità, i temporali e le precipitazioni sono più intensi. L’asma causata dai temporali sta diventando sempre più comune: quando il polline si frantuma a causa della carica elettrostatica, dei processi osmotici e dei cicli di gelo e disgelo, raggiunge i bronchi e provoca l’asma in chi soffre di rinite allergica. Se le foreste bruciano su ripidi pendii esposti a sud al di sotto di un’area popolata, le persone vulnerabili devono essere evacuate e deve essere messo in atto un piano di risposta alle emergenze. Tra l’altro, le comunità a rischio hanno bisogno di una quantità sufficiente di acqua per lo spegnimento degli incendi. Le forti piogge, che, come le ondate di calore, sono molto più frequenti e prolungate in seguito al cambiamento climatico, causano frane e colate detritiche nelle regioni montane. Le persone malate e inferme sono spesso tagliate fuori dall’assistenza medica. Altre persone sono spesso traumatizzate e allarmate da ogni tuono notturno, soprattutto in caso di ripetuti danni da maltempo.

Aria contaminata
Nella sola Austria, oltre 2.000 persone muoiono ogni anno a causa dell’aria inquinata. Attualmente si bruciano legno e biomassa su larga scala senza cogenerazione, mentre stiamo andando incontro a un drammatico deficit di elettricità invernale senza una significativa espansione dell’energia eolica. Una transizione energetica che tutela il clima protegge anche la nostra salute. La misura più importante, tuttavia, sarebbe la riduzione della fuliggine prodotta dalle stufe private a funzionamento manuale e dai motori diesel non filtrati. L’installazione di filtri antiparticolato diesel – e la Svizzera è stata l’unico Paese a farlo diffusamente nell’arco alpino – su macchine movimentazione terra, battipista e generatori diesel porterebbe a una riduzione accentuata. È anche la misura più efficace per la protezione del clima, poiché la fuliggine ha un forte effetto riscaldante e, a differenza della CO2, si disperde dopo pochi mesi.

Zecche, allergie e neobiota
A causa delle temperature medie più elevate, i vettori di malattie come le zecche sopravvivono anche ad altitudini fino a 1.800 metri. Le persone allergiche soffrono per la diffusione dell’ambrosia. Il panace di Mantegazza o panace gigante lungo le strade forestali provoca gravi ustioni (fototossicità) quando viene a contatto con la pelle esposta al sole. Le conseguenze delle malattie sono significativamente inferiori in Ticino, ad esempio, che sta intervenendo contro le neofite, rispetto alla vicina Lombardia. La zanzara tigre si è già diffusa lungo le autostrade e da lì colonizzerà le valli. Non è ancora stata documentata la trasmissione delle numerose malattie tropicali di cui può essere «vettore». Nella regione alpina eravamo abituati a stringerci insieme durante i freddi inverni e le crisi. La sharing economy e la sobrietà erano un tempo molto diffuse. Alla luce delle numerose minacce alla salute legate al clima, dovremmo lanciare segnali di speranza sociale ed economica, di cui hanno bisogno non solo i giovani della regione alpina.

 

Heinz Fuchsig è medico del lavoro ed esperto di ambiente. In quanto consulente ambientale dell’Ordine dei medici austriaci e responsabile del corso di medicina ambientale, è impegnato nel rispetto della natura come ad esempio nel suo condominio a quasi zero emissioni a Innsbruck: il primo condominio certificato «sharing economy» in Austria, che ha vinto diversi premi per la sua sostenibilità sociale ed ecologica. Heinz Fuchsig è membro del Club of Rome e vicepresidente dell’organizzazione «Health for Future» in Austria. Trascorre il suo tempo libero con i figli ormai adulti, la moglie e gli amici o da solo in montagna.