Austria: avanti a tutta con le centrali idroelettriche
L'Austria ha rielaborato la normativa in materia di acqua: il settore idroelettrico ne esce rafforzato, la società civile resta fuori. La nuova legge facilità così la costruzione di impianti idroelettrici?
All'inizio di giugno l'Austria ha modificato la legge che regolamenta il settore idrico spalancando le porte ai produttori di energia. Ora infatti anche i soggetti che perseguono obiettivi di sfruttamento delle risorse idriche possono presentare un programma quadro al Ministero dell'ambiente, con una certa possibilità di successo. I piani di gestione delle risorse idriche stabiliscono lo sfruttamento di un tratto fluviale. Finora potevano essere approvate solo le domande che si prefiggevano di tutelare o migliorare realmente i corsi d'acqua. "Ciò favorirà notevolmente i produttori di energia a ottenere l'autorizzazione dei loro progetti di centrali. La posizione della protezione della natura risulta indebolita", mette in guardia Barbara Goby dell'Umweltdachverband.
La revisione della legge è criticata anche perché non concede alle organizzazioni non governative di partecipare ai procedimenti relativi al piccolo idroelettrico, e con ciò la possibilità di presentare opposizione ai progetti. Possono avere voce in capitolo solo per progetti con una potenza superiore a 10 megawatt. In tal modo l'Austria contravviene alla Convenzione internazionale di Aarhus. "L'autorizzazione di piccoli impianti idroelettrici risulta così molto semplificata. E questo rappresenta un grave problema per l'ecologia dei fiumi", afferma Goby. Tutto ciò a fronte dello scarso contributo della produzione energetica delle piccole centrali idroelettriche: in tutto l'arco alpino il 75% degli impianti fornisce appena il 4% dell'energia prodotta.
Fonte e ulteriori informazioni: www.oekobuero.at/images/doku/newsflash (de), www.parlament.gv.at/PAKT/VHG/XXIV/ME/ME (de), www.umweltdachverband.at/fileadmin/user (de)
La revisione della legge è criticata anche perché non concede alle organizzazioni non governative di partecipare ai procedimenti relativi al piccolo idroelettrico, e con ciò la possibilità di presentare opposizione ai progetti. Possono avere voce in capitolo solo per progetti con una potenza superiore a 10 megawatt. In tal modo l'Austria contravviene alla Convenzione internazionale di Aarhus. "L'autorizzazione di piccoli impianti idroelettrici risulta così molto semplificata. E questo rappresenta un grave problema per l'ecologia dei fiumi", afferma Goby. Tutto ciò a fronte dello scarso contributo della produzione energetica delle piccole centrali idroelettriche: in tutto l'arco alpino il 75% degli impianti fornisce appena il 4% dell'energia prodotta.
Fonte e ulteriori informazioni: www.oekobuero.at/images/doku/newsflash (de), www.parlament.gv.at/PAKT/VHG/XXIV/ME/ME (de), www.umweltdachverband.at/fileadmin/user (de)