Punto di vista: Milano-Cortina 2026: Tutt'altro che un progetto vetrina
I Giochi Olimpici di Milano e Cortina del 2026 dovrebbero essere una vetrina per la sostenibilità. È già chiaro che questa aspettativa è ben lungi dall'essere soddisfatta, afferma Luigi Casanova. Attuale presidente di Mountain Wilderness Italia, è stato a lungo membro del consiglio direttivo della CIPRA Italia ed è autore di un libro pubblicato nel 2022 che analizza in modo critico le Olimpiadi invernali.
Il dossier di candidatura delle prossime olimpiadi invernali Milano - Cortina 2026 era chiaro. Il grande evento sportivo trovava la sua forza su obiettivi innovativi. Erano esposti con evidenza: Olimpiadi a costo zero – Olimpiadi sostenibili – Olimpiadi trasparenti – Olimpiadi a sostegno della montagna – Una decisa Legacy di tutte le opere. (lascito di eredità positivo).
Inoltre l’Italia era stata impegnata a essere il progetto pilota di sperimentazione della Agenda olimpica 2020 del CIO. Quanto si sta verificando smentisce questo insieme di propositi condivisibili.
Cosa sta accadendo a meno di due anni dall’evento?
I costi delle diverse strutture olimpiche hanno sforato ogni previsione. A oggi ci si trova a dover sostenere costi complessivi superiori ai 5 miliardi di euro. Questo è accaduto in minima parte per l’aumento dei costi delle materie prime dovuto alle tante crisi internazionali. Ma specialmente perché l’Italia ha inserito nei finanziamenti olimpici opere che nulla hanno a che fare con l’evento sportivo. In particolare discutibili investimenti specifici sul potenziamento della viabilità prossimi ai 3 miliardi di euro.
Di olimpiadi sostenibili non si può parlare. E’ stata cancellata la prevista VAS (Valutazione ambientale strategica) per tutte le opere dell’evento. Tutte le opere sono state commissariate e hanno seguito procedure di approvazione oltremodo semplificate. Oltre ad aver disatteso la normativa europea e italiana sulla VAS, sul rispetto delle aree protette si è impedito ai cittadini, associazioni, enti interessati un minimo processo partecipativo. Le associazioni ambientaliste nazionali hanno abbandonato il tavolo di confronto con la Fondazione Milano-Cortina 2026 il 14 settembre 2023, seguendo l'esempio della CIPRA Italia, che aveva lasciato il tavolo nel 2022.
Nelle indicazioni di investimento non è stato previsto alcun progetto a sostegno delle aree montane. Parliamo di servizi essenziali come formazione scolastica, salute pubblica, sostegno all’agricoltura di montagna, recupero degli edifici dismessi, innovazione tecnologica.
Solo poche opere avranno un seguito di Legacy positiva. Probabilmente il villaggio olimpico di Milano che verrà trasformato in studentato, i trampolini di salto, le piste di fondo e di biathlon in Trentino Alto Adige, le migliorie sulle linee ferroviarie della Valtellina (SO), della Valsugana (TN), della val Pusteria (BZ). Su tutte le altre opere previste (73) non si leggono progetti a lungo termine di un loro utilizzo nel futuro.
Le Alpi sono interessate ad altri eventi olimpici invernali: la Francia nel 2030, (già assegnati), la Svizzera (che dopo la bocciatura della candidatura per il 2034 sta pensando di riprovarci per il 2038) e le aree comprese fra Italia, Slovenia e Austria che intendono candidarsi per il 2038. Alla luce di quanto sta accadendo in Italia è utile che l’intera comunità alpina rifletta. Le olimpiadi sono incompatibili con le fragilità del sistema alpino.
Maggiori informazioni nel libro di Luigi Casanova:
Ombre sulla neve: Milano-Cortina 2026. Il "libro bianco" delle Olimpiadi invernali (Altraeconomia, 2022)