"Disneylandizzazione" o valorizzazione del paesaggio?
La crescente "messa in scena" delle Alpi è un dato di fatto. Tuttavia le domande e le responsabilità che ne derivano non sono affatto chiarite. Il nuovo numero della rivista della CIPRA Alpinscena, intitolato "Mount Disney", affronta l'argomento da diverse angolazioni.
Se la vista sulla valle è sbarrata da una baita bruciata dal sole, per la maggior parte delle persone è tutto okay. Se invece una struttura architettonica in cemento armato cambia i connotati della stessa baita - e consente agli alpigiani di svolgere meglio la loro attività - per molti non va affatto bene. Le stesse persone non vorrebbero tuttavia rinunciare ai tradizionali falò annuali, nonostante il rischio di incendio e il disturbo arrecato alla fauna.
Perché percepiamo alcune cose in montagna come belle e adeguate, mentre altre fastidiose e fuori luogo? E perché non siamo in grado di apprezzare molte attrazioni se esse non vengono messe in scena da un intervento umano? "Mount Disney", l'ultimo numero di Alpinscena, la rivista tematica della CIPRA, affronta queste domande con un approccio critico - ora con valutazioni, ora con stupore, meraviglia o anche mettendo in guardia - senza tuttavia esprimere condanne sommarie.
Nel n. 91 di Alpinscena diverse autrici e autori illustrano il tema da diverse angolazioni. Werner Bätzing, dell'Università di Erlangen-Nürnberg/D, scopre i meccanismi che portano alla crescente messa in scena delle Alpi e ne mostra gli effetti sulla nostra esperienza personale. Bernard Debarbieux, dell'Università di Ginevra/CH, mette in evidenza la discrepanza tra le nostre immagini e la realtà. Con gli stessi mezzi con cui noi prima abbiamo modificato il paesaggio, vorremmo ora ripristinarlo. Un controsenso?
Köbi Gantenbein, redattore capo della rivista svizzera di architettura "Hochparterre", e Mario Broggi, esperto di ambiente naturale alpino, arricchiscono la rivista con i loro interventi. Nella discussione sul Centro di esperienza della natura Karwendel a Mittenwald/D si affrontano i pro e i contro di una messa in scena a fini didattici. Il tema viene completato con diversi esempi da tutto l'arco alpino.
Ulteriori informazioni: Alpinscena n. 91 "Mount Disney" può essere richiesto gratuitamente presso la CIPRA Internazionale, international@cipra.org. La rivista può anche essere scaricata come PDF su www.cipra.org/it/CIPRA/cipra-internazionale (de/fr/it/sl)
Perché percepiamo alcune cose in montagna come belle e adeguate, mentre altre fastidiose e fuori luogo? E perché non siamo in grado di apprezzare molte attrazioni se esse non vengono messe in scena da un intervento umano? "Mount Disney", l'ultimo numero di Alpinscena, la rivista tematica della CIPRA, affronta queste domande con un approccio critico - ora con valutazioni, ora con stupore, meraviglia o anche mettendo in guardia - senza tuttavia esprimere condanne sommarie.
Nel n. 91 di Alpinscena diverse autrici e autori illustrano il tema da diverse angolazioni. Werner Bätzing, dell'Università di Erlangen-Nürnberg/D, scopre i meccanismi che portano alla crescente messa in scena delle Alpi e ne mostra gli effetti sulla nostra esperienza personale. Bernard Debarbieux, dell'Università di Ginevra/CH, mette in evidenza la discrepanza tra le nostre immagini e la realtà. Con gli stessi mezzi con cui noi prima abbiamo modificato il paesaggio, vorremmo ora ripristinarlo. Un controsenso?
Köbi Gantenbein, redattore capo della rivista svizzera di architettura "Hochparterre", e Mario Broggi, esperto di ambiente naturale alpino, arricchiscono la rivista con i loro interventi. Nella discussione sul Centro di esperienza della natura Karwendel a Mittenwald/D si affrontano i pro e i contro di una messa in scena a fini didattici. Il tema viene completato con diversi esempi da tutto l'arco alpino.
Ulteriori informazioni: Alpinscena n. 91 "Mount Disney" può essere richiesto gratuitamente presso la CIPRA Internazionale, international@cipra.org. La rivista può anche essere scaricata come PDF su www.cipra.org/it/CIPRA/cipra-internazionale (de/fr/it/sl)